L'ultima magia di Harry Potter

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    Il creatore di debbo

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    164658009-2b76da88-c140-48a2-be40-79a1563f744fSecondo uno studio italiano ripreso dal New York Magazine, leggere i volumi della saga firmata J. K. Rowling aiuta i bambini a essere più empatici

    QUESTA VOLTA il maghetto di Hogwarts ha agitato la sua bacchetta per far sparire i pregiudizi. È quello che sostiene uno studio italiano pubblicato sul Journal of Applied Social Psychology e ripreso dal New York Magazine. Pare infatti che leggere i libri della saga di Harry Potter, il personaggio creato da J. K. Rowling, insegni ai bambini a essere empatici con chi è diverso, e riduca il pregiudizio. A individuare quella che viene presentata fin dal titolo della ricerca come "La più grande magia di Harry Potter", è proprio lo studio italiano. A firmarlo, un team di docenti dell'Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, fra cui Loris Vezzali, e i colleghi dell'Università di Greenwich, che hanno condotto la ricerca su giovani alunni in Italia e Gran Bretagna.

    I ricercatori spiegano che i giovanissimi lettori della saga, in cui elfi, lupi mannari, goblin, fantasmi e altre creature fantastiche coesistono, combattono, si scontrano o si legano agli umani, hanno meno pregiudizi nei confronti di gruppi stigmatizzati come immigrati, omosessuali e rifugiati, rispetto ai coetanei che non hanno mai aperto un libro di Harry Potter. Questo a prescindere che si tratti di bambini delle elementari, studenti delle superiori e universitari.

    Chi ama Harry Potter, è più empatico e ha meno pregiudizi. In particolare, il team ha sottoposto ai liceali del Nord Italia due questionari, in uno si chiedevano informazioni sui libri letti, nell'altro si misurava l'attitudine nei confronti delle persone gay. Ebbene, i più "Potterofili" e che si identificavano proprio con il personaggio di Harry, piuttosto che con i due amici del mago, Hermione e Ron, ad esempio, erano più inclini ad avere sentimenti positivi nei confronti degli omosessuali, rispetto agli altri.

    Stando agli studiosi, la riduzione del pregiudizio dipendeva proprio da un aumento dell'empatia. Un effetto maggiore in chi si identificava in Harry e anche in chi prendeva più le distanze da Lord Voldemort, il super-cattivo della saga. Molte scuole cercano un modo di insegnare agli studenti a essere empatici, riflette Loris Vezzali, e i libri di Harry Potter potrebbero essere una risposta semplice e divertente al problema. "I libri non fanno riferimento a gruppi reali e il loro messaggio, anche per questo, può essere applicato a diverse categorie stigmatizzate", scrive lo studioso in una mail al New York Magazine. "Incoraggiare la lettura di questi libri e inserirla nei curriculum scolastici potrebbe non solo influire sul livello letterario degli alunni, ma anche incidere sulle loro attitudini psicosociali".
     
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