I CAPELLI D'ANGELO

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    Il creatore di debbo

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    Roma, venerdì 12 ottobre 2001, tra le 14.30 e le 16.30

    Un insolito fenomeno si produce nel cielo della Capitale: la caduta di un copioso quantitativo di misteriosi filamenti biancastri, in concomitanza col velocissimo transito ad alta quota di una formazione di oggetti volanti non identificati, puntiformi e luminosi (probabilmente riflettenti la radiazione solare). Un identico fenomeno è stato segnalato pure su Grosseto e in provincia di Arezzo.
    L'evento non poteva non fare pensare al "classico" fenomeno della caduta - invariabilmente associata al passaggio degli UFO - della misteriosa sostanza biancastra nota come '"Angels' hair" nei paesi anglosassoni, "Fils de la Vierge" in quelli francofoni e "bambagia silicea" in Italia. Quest'ultima denominazione, assai più tecnica delle altre, scaturì dall'analisi chimica alla fiamma eseguita - subito dopo la caduta della sostanza - dal direttore dell'Istituto di Chimica Analitica dell'Università di Firenze Prof. Giovanni Canneri, il '27 ottobre 1954.
    Notoriamente, in tale data, Firenze, Prato e la provincia di Siena furono sorvolate in pieno giorno da un paio di grandi ordigni volanti cilindrici di apparenza metallica da cui si staccavano a coppie oggetti più piccoli a forma di disco, simili al pianeta Saturno. Nel contempo dal cielo cadeva una sostanza biancastra e filamentosa simile a sfilacci di lana, che in breve si disfaceva e scompariva. L'analisi del Prof. Canneri indicò un composto chimico instabile a base di boro, silicio, calcio e magnesio che, se avesse rivelato anche una molecola di ossigeno, si sarebbe allora potuto definire "un vetro boro-silicico".
    Il fenomeno, già segnalato nel 1952 in Francia, ad Oloron e Gaillac, doveva replicarsi durante l'"ondata" italiana del 1954 nella zona di Gela, in Sicilia. In seguito avrebbe interessato molte altre località in tutto il mondo.
    Un cittadino dell'Urbe, appartenente al CUN, provvedeva tempestivamente a raccogliere e conservare alcuni di questi filamenti, "catturati" sul quartiere Prenestino. Il mattino seguente, tramite il Segretario del CUN Vladimiro Bibolotti, li faceva recapitare a Parma nelle mani del biologo Giorgio Pattera.
    Il lunedì successivo lo stesso Pattera eseguiva le analisi del caso presso un Laboratorio del CNR e ne comunicava i risultati al Presidente del CUN, Roberto Pinotti; risultati che andiamo di seguito a riassumere.
    "Il campione è stato osservato allo stereomicroscopio, a medio ingrandimento. Si è subito evidenziato che il materiale in oggetto non era in alcun modo riconducibile a composti minerali (tipo silicio, amianto, mica, etc.), ma con buona probabilità a filamenti di origine organica (dove il termine 'organico' sta per 'composti del carbonio'). Mediante l'illuminazione mobile, ruotandone via via il piano secondo varie angolazioni (laterale dx-sx, infero-superiore, antero-posteriore, etc.), si è potuto riscontrare che i filamenti (alcuni singoli ed isolati, altri avvolti a matassina) rifrangevano la luce incidente, a mo' di 'effetto prisma', scomponendola nei colori dello spettro. Inoltre tali filamenti apparivano come il risultato di una duplice azione esercitata su di un materiale 'plastico' in senso lato (polimero?), vale a dire elevata temperatura (senza combustione) associata a forze di torsione e trazione contemporanee.
    Tanto per rendere l'idea, con un esempio molto terra-terra: sarebbe più o meno ciò che succederebbe ad un maldestro passeggero di un motoveicolo, il quale durante il viaggio appoggiasse malauguratamente i piedi calzanti scarpette da palestra sui tubi di scarico roventi del mezzo, anziché sulle apposite pedivelle. Al momento di scendere, la, suola di materiale sintetico (ad es. in poliuretano), che nel frattempo il calore avrebbe naturalmente 'sciolto', si sfrangerebbe in molteplici filamenti, che, una volta raffreddati, si distaccherebbero da entrambe le superfici".
    In base a queste prime indagini, ancorché suffragate da scarne documentazioni, sarebbe lecito propendere per un'ipotesi per così dire "non-aliena" del fenomeno descritto, ma, al momento, non è dato sapere a quale causa far risalire, in alternativa, l'inusitata "pioggia" di tali filamenti sulle predette zone dell'Italia centrale.
    Mentre i Carabinieri, tempestati di telefonate, si sono affrettati a dichiarare l'evento "del tutto normale" (?), restiamo in attesa dei risultati delle analisi effettuate su campioni similari da parte dell' ARPAT di Arezzo.
     
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