Giorgio Armani ha un erede

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    Il creatore di debbo

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    ROMA - «Gli altri parlano tanto di giovani, io faccio i fatti: ho deciso di ospitare nel mio teatro la sfilata di un giovane».
    Giorgio Armani sta pensando di lanciare il suo erede? Per avere una risposta a questa domanda forse è meglio rinviare a quanto lo stesso Armani ha detto ai giornalisti nei giorni scorsi a proposito del futuro del suo impero: «Siete ossessionati dalla mia successione. State tranquilli che è stato già tutto predisposto, anche se non è questo il momento di parlarne». Così King Giorgio ha messo a tacere pochi giorni fa chi lo incalzava su un domani che, al cospetto del suo splendido stato di forma, appare ancora ben lontano dall'orizzonte.
    Alla luce dell'inaspettato annuncio di aver messo a disposizione di un giovane sconosciuto un trampolino di lancio made in Armani, in molti si è riproposto, però, l'interrogativo se questo annuncio a sorpresa non sia il primo passo verso quella preparazione alla successione a cui lo stesso Armani aveva ammiccato recentemente.

    Un erede di quaranta anni - Evidentemente è ancora presto per dirlo, ma una cosa è certa: il prescelto non sta nella pelle davanti all'opportunità che gli è stata offerta da un mito come Giorgio Armani.
    Il fortunato si chiama Andrea Pompilio, classe 1973, marchigiano. «E' un'emozione pazzesca. Essere ospite del maestro è stato toccante. Tutt'ora non ci credo: Per me, ma anche per gli atri giovani è un vero grande cambiamento», ha detto Andrea Pompilio al Corriere della Sera.

    La polemica sulla Camera della Moda - Approdato a Roma per l'inaugurazione della nuova mega boutique a via Condotti (nove vetrine, 900 metri quadrati distribuiti su tre piani) King Giorgio ha colto anche l'occasione per togliersi qualche sassolino dalle scarpe entrando a gamba tesa su chi insiste nel chiedergli che aderisca alla nuova Camera della Moda di Milano: «Aderirò solo quando torneranno a sfilare a Milano case come Valentino, Miu Miu di Prada, ma anche Moschino e Diesel. Se continuiamo a portare la nostra moda a Parigi di quale rilancio del Made in Italy vogliamo parlare? », si è sfogato Armani, prina di aprire le porte del Palazzo della Civiltà , meglio conosciuto come il «Colosseo quadrato» di Roma, ad una sontuosa festa che ha accompagnato l'inaugurazione della nuova boutique.
    A fargli da corona al grande party dell'Eur sono accorse dive del cinema, star internazionali della musica, donne di successo in politica: da Sofia Loren, a Tina Turner, a Emma Bonino.
    L'incoronazione romana di Armani in chiave nazionalista: «Con tutte le bellezze che abbiamo non si a quale esterofilia andiamo dietro», ha sbuffato, è coincisa con la notizia che Benetton, dopo aver ristrutturato un grande edificio al centro di Roma per rilanciare il marchio, all'ultimo momento, praticamente alla vigilia dell'inaugurazione, ha deciso di gettare la spugna e vendere l'intera struttura a «H&M», una multinazionale dell'abbigliamento low cost.
    Quando, un po' strafottente, Giorgio Armani sbandiera il tricolore sotto il naso dei suoi colleghi sa di che cosa parla.
     
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