Lignano Sabbiadoro, trovati coniugi sgozzati

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    Il creatore di debbo

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    Coniugi sgozzati, assassini cercavano
    la cassaforte: torturati per ore a Lignano
    Massacrati di botte e seviziati: il marito trascinato per la casa
    dai banditi che volevano i soldi, la moglie accoltellata



    UDINE - Sgozzati dai ladri trasformatisi in carnefici dopo non aver trovato il denaro. Due coniugi picchiati, massacrati di botte, probabilmente torture durate ore.Una scena raccapricciante che tanto ricorda uno dei fatti più cruenti avvenuti a Nordest, il duplice omicidio dei coniugi Pellicciardi a Gorgo al Monticano nell’agosto del 2007.

    A scatenare la furia omicida il denaro, quei soldi che probabilmente i banditi pensavano di trovare nella casa dei due piccoli commercianti, ma che non c’erano. Teatro del massacro una villetta al civico 12 di via Annia a Lignano Sabbiadoro. Rosetta Sostero, di 65 anni, e il marito Paolo Burgato, di 69, sono stati uccisi da più persone che li hanno attesi nelle vicinanze della loro abitazione, a due passi dal centro della località balneare friulana, e, dopo averli spinti nello scivolo che porta ai garage li hanno segregati in lavanderia.

    Non è stata una esecuzione, ma una lenta agonia. I malviventi, secondo i primi accertamenti dei carabinieri giunti da Lignano, Latisana e Udine, avrebbero imposto alla coppia di indicare dove si trovava la cassaforte. I banditi evidentemente sapevano che i due avevano appena chiuso il loro negozio di articoli per la casa. Gli inquirenti ipotizzano che uno dei banditi abbia immobilizzato la donna, mentre il marito è stato trascinato ai piani superiori dell'ampia villetta con il chiaro obiettivo di fargli indicare dove si trovasse la cassaforte. Cassaforte che non c’è e da qui la furia: calci e pugni al volto, e fendenti con un coltello da cucina, soprattutto alla donna.

    La coppia è stata abbandonata in un lago di sangue in un piccolo bagno. A fare la macabra scoperta è stato il figlio dei due, Michele che tra l'altro non abita lontano da quella casa degli orrori. Un commerciante che opera in via Udine ieri mattina non aveva visto né Rosetta né Paolo aprire il negozio, così ha segnalato la loro assenza al figlio. Quest'ultimo, erano circa le 9.30, si è precipitato a casa. Inutile l'arrivo di un'ambulanza del 118, il cui personale non ha potuto fare altro che constatare il decesso di entrambi per dissanguamento.

    Ben presto la villetta è stata raggiunta da una decina di pattuglie dei carabinieri che hanno immediatamente isolato la casa dei Burgato. Fino all'una di notte si erano intrattenuto dopo cena al ristorante "Le braci". Molto probabilmente i banditi si trovavano disposti nel piazzale antistante, un complice faceva da palo per seguire i movimenti della coppia. Nessuno dei vicini, c'è chi vive nella palazzina che guarda proprio allo scivolo del garage degli uccisi, ha sentito nulla, un urlo, un rumore anomalo e tantomeno una richiesta di aiuto.

    Sul posto il procuratore della Repubblica di Udine Antonio Biancardi, il sostituto Claudia Danelon, il comandante dell'investigativo Fabio Pasquariello e della compagnia carabinieri di Latisana, il capitano Umberto Carpin, il comandante della locale stazione Loise, gli uomini della scientifica che sino a tarda ora hanno svolto gli accertamenti tecnici. Sino alle 16 nella caserma lignanese è stato sentito il figlio della coppia, chiamato a ricostruire le ultime ore di vita dei genitori. Approfondimenti sono stati effettuati anche sulla crisi finanziaria del fratello dell'uccisa Rino, immobiliarista al centro di un fallimento milionario.




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    SGOZZATI NELLA VILLA AL RIENTRO DALLA CENA
    Uccisi i commercianti Paolo Burgato, 69 anni, e Rosetta Sostero, 65. Il figlio, insospettito perché il negozio era chiuso, li ha trovati ieri mattina




    LIGNANO. Mamma e papà stesi a terra, uno vicino all’altro[, in un lago di sangue e con la gola tagliata. Questa la terribile scena che ieri verso le 10 si è ritrovato davanti agli occhi il figlio di Rosetta Sostero, 65 anni, e Paolo Burgato, 69. I corpi senza vita dei coniugi erano nella taverna della loro villa in via Annia 12, a Lignano Sabbiadoro. La famiglia, che ha un negozio di casalinghi in via Udine 43, risiede nella cittadina balneare da decenni ed è molto conosciuta. È stato un commerciante, notando che il negozio di Burgato non era aperto, a mettere in allarme il figlio Michele.
    La scena del delitto. Marito e moglie, ritrovati in posizione supina sul pavimento della lavanderia, indossavano vestiti e scarpe e ciò ha indotto gli inquirenti - sul caso stanno indagando i carabinieri coordinati dal sostituto procuratore Claudia Danelon della Procura della Repubblica di Udine - a ritenere che i decessi siano avvenuti ieri notte, dopo l’una, prima che i due riuscissero ad andare a dormire.
    Avevano alcune contusioni che paiono compatibili con la caduta sul pavimento, ma che potrebbero essere stati provocati in modo diverso. Il segno sulla gola di lui appare profondo, altri più leggeri sulle braccia. Mentre quello sul collo di lei, raggiunta al torace anche da diversi fendenti, è più leggero. Solo l’autopsia, comunque, potrà rivelare quali siano stati i colpi letali.
    Le piste. Il contesto in cui è avvenuta la morte dei coniugi Burgato è tutt’altro che chiaro. Anzi è un vero e proprio giallo. E mai come in questo caso è appropriato dire che gli investigatori non possono escludere nessuna ipotesi: un omicidio-suicidio avvenuto forse dopo una lite? Chi conosceva Rosetta e Paolo lo esclude senza alcuna esitazione («due persone molto miti e che si volevano bene» dicono amici e conoscenti accorsi di fronte alla casa di via Annia), ma di certo gli inquirenti non possono farlo.
    Almeno, non in queste primissime fasi dell’inchiesta. I vicini, comunque, hanno riferito di non aver udito alcuna discussione. La seconda ipotesi che viene in mente è quella della rapina finita male, con i malviventi che, forse non trovando ciò che cercavano, hanno perso la testa e si sono scagliati con violenza inaudita contro i poveri coniugi.
    Su questo fronte sono in corso verifiche a tutto campo, anche di carattere tecnico sull’impianto di allarme che a quanto pare ieri non è entrato in funzione. Infine, i carabinieri cercheranno di analizzare la sfera lavorativa e finanziaria della famiglia per capire se per caso da quegli ambiti possono emergere elementi utili a far luce sul caso. Le cronache di questi ultimi giorni hanno riportato la notizia delle difficoltà finanziarie della ditta di costruzioni Sostero, gestita da un familiare di Rosetta. E in casa sarebbe stato notato un articolo di giornale sull’argomento. Gli investigatori stanno ancora verificando se dalla villa mancano soldi o altri oggetti.
    L’arma e il “cordino”. Per orientare in una precisa direzione il lavoro degli inquirenti servirebbe, tra l’altro, anche l’arma del delitto. Ma, stando a quanto si è appreso da fonti investigative, il coltello non è stato trovato nè all’interno nè all’esterno della villetta. Tutto da valutare, inoltre, il “cordino” di circa mezzo centimetro di diametro che era attorcigliato intorno a un braccio di Paolo Burgato e che era anche sul corpo della moglie.
    La sera precedente. Rosetta Sostero e Paolo Burgato sabato sera, dopo aver chiuso il loro negozio, erano andati a mangiare al ristorante insieme al figlio Michele, alla sua compagna e a un’altra persona. Secondo le testimonianze raccolte dai carabinieri (sono al lavoro gli uomini del Nucleo investigativo, della Compagnia di Latisana e della stazione di Lignano) sono rincasati in bicicletta dopo la mezzanotte. Le loro bici sono ancora “parcheggiate” nel curatissimo giardino che circonda la villa in mattoni con gli scuretti in legno.
    Investigatori al lavoro. Nella villa di via Annia, per tutta la giornata di ieri, gli uomini della Sezione rilievi dei carabinieri hanno svolto un certosino lavoro di analisi, documentazione e raccolta di ogni possibile elemento che potrebbe rivelarsi utile, se non decisivo, per le indagini.
    Con le loro tute bianche e i copri-scarpe - indossati per evitare anche la minima “contaminazione” della scena del crimine - hanno fatto fotografie, guardato ogni più piccolo dettaglio e acquisito tutta una serie di reperti che saranno analizzati in laboratorio. Alcuni probabilmente saranno inviati al Ris di Parma.
    In casa sono stati rilevati piccoli segni che potrebbero far pensare a un’effrazione. Il lavoro dei Cc è proseguito nelle ore serali e notturne in tutte le stanze della villa. Sul posto anche il procuratore capo Antonio Biancardi, il pm titolare dell’inchiesta Danelon, il comandante del Nucleo investigativo Fabio Pasquariello, il comandante della Compagnia di Latisana Umberto Carpin e il comandante della stazione di Lignano Nerio Loise.
    I carabinieri già ieri hanno ascoltato a lungo il figlio della coppia, Michele - che verso le 20.30, quando si trovava ancora in caserma, si è sentito male, forse a causa della stanchezza e dello stress accumulati, ed è stato soccorso dai sanitari del 118 -, la sua compagna, il nipote Adriano e oltre una ventina di altre persone tra familiari, vicini di casa, parenti e amici.
    Doppia consulenza. Il sostituto procuratore Danelon ha chiesto una consulenza medico-legale al dottor Antonello Cirnelli (Treviso) e al dottor Fulvio Costantinides (Trieste). Sarà loro compito, attraverso l’autopsia e ulteriori approfondimenti, cercare di fornire qualche certezza sulle cause e sull’ora della morte, nonchè su ciò che potrebbe essere accaduto prima.




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