Recensione Grand Theft Auto IV

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    Il creatore di debbo

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    Grand Theft Auto IV è il predestinato, il gioco che sta forse avviandosi a battere ogni precedente record di vendita, che verrà ancora giocato online fra parecchi mesi, che attirerà il maggior numero di polemiche mai viste nel mondo videoludico.
    L’inizio è stato piuttosto incoraggiante, considerato che questo nuovo capitolo si carica sulle spalle la pesantissima eredità di dover bissare il successo riscosso da Grand Theft Auto: San Andreas, gioco originariamente uscito su PlayStation 2 nel 2004 e che ha da poco raggiunto lo strabiliante traguardo di 22 milioni di copie vendute.
    Andiamo a vedere con questa recensione quali sono le novità introdotte da Rockstar Games, quali i tagli effettuati, e soprattutto cosa può offrirci questo enorme nuovo capitolo di una fra le saghe più celebri nella storia dei videogiochi.






    Il protagonista è questa volta l’inedito Niko Bellic, un immigrato clandestino proveniente dalla Serbia che sbarca in America con lo scopo solo apparente di ricongiungersi con suo cugino. L’ambiente di gioco è una singola grande città chiamata Liberty City, una sorta di “riassunto” di New York City con molti dei luoghi più famosi riprodotti più o meno fedelmente.
    La prima cosa che si nota è il taglio delle scene di intermezzo, molto più cinematografico e dotato di una migliore regia rispetto al passato. Anche la sceneggiatura è stata resa più robusta e credibile, alzando di parecchio il livello artistico generale della narrazione.


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    Durante le prime ore a Liberty City la sensazione predominante è lo stupore. Grazie alla potenza garantita dall’attuale generazione hardware, i Rockstar sono riusciti a creare una città più “viva” e credibile che mai. Passeggiando per le vie di Liberty City, o percorrendole con un mezzo di trasporto, ci si imbatte in situazioni così diverse e numerose che elencarle sarebbe un impresa titanica.
    Troviamo lo spazzino che pulisce le strade, vecchie signore con le buste della spesa, persone che camminano di fretta parlando al cellulare, teppisti attaccabrighe, sportivi che fanno esercizi aerobici al parco, venditori di hot-dog, poliziotti all’inseguimento di delinquenti, e così via.
    Naturalmente ognuno dei personaggi non giocanti regisce alla sua maniera a fronte di sollecitazioni da parte del giocatore, creando un buon numero di scenari diversi. Ad ogni passo si può scoprire una nuova chicca, e lo stupore di cui parlavamo sopra sfiorisce solo dopo molte ore di permanenza a Liberty City.


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    Il motore fisico Euphoria è senza dubbio un notevole valore aggiunto, poiché garantisce un realismo assolutamente inedito per la saga GTA. La guida dei mezzi a due e quattro ruote, seppur ancora molto distante dal realismo nella stragrande maggioranza dei casi, sembra più matura e meno “spensierata”, con un sistema che fa sottosterzare paurosamente le vetture costringendo continuamente all’utilizzo del freno a mano. Piccola curiosità: purtroppo non è possibile controllare i veicoli con un volante (sarebbe stato un extra divertente).
    Le novità inserite, come ad esempio la possibilità (e necessità) di utilizzare il telefono cellulare e internet (dove troviamo tantissimi siti divertenti ), si rivelano tutte aggiunte vincenti. Qualche perplessità invece sul sistema di copertura durante le sparatorie, che fa il verso a quello quasi perfetto di Gears of War risultando però tremendamente più goffo e legnoso.
    E’ indubbio che la mancanza di alcune delle caratteristiche apprezzate in San Andreas e ora scomparse si senta. In primo luogo la possibilità di girovagare per un intero stato con i suoi paesini, fattorie, montagne, strade secondarie e campi sterminati era una cosa estremamente affascinante, e in questo Grand Theft Auto IV ci si sente talvolta troppo “oppressi” dalla giungla urbana. Anche la possibilità di comprare case sarebbe stata gradita: scegliere se abitare sulla Quinta Strada, o a Long Island o a Brooklyn avrebbe avuto il suo fascino.
    La valutazione globale della giocabilità non può che essere positiva: pur rimanendo essenzialmente “il solito GTA”, questo nuovo titolo convince sempre più, elimina alcuni difetti storici e introduce gradite novità. La longevità, considerata la sola campagna single player, è come al solito su livelli stellari: gustandosi GTA IV appieno, evitando di fare in fretta e furia solo le missioni principali, permette di arrivare anche a una cinquantina di ore.





    La grafica di Grand Theft Auto IV è stata per mesi e mesi al centro dei dibattiti fra appassionati, con fazioni opposte che, giudicando da filmati e immagini, la ritenevano alternativamente una svolta epocale o una delusione totale. Il risultato si avvicina molto più al primo scenario: nei limiti del possibile dovuti alla necessità di riprodurre ambienti vastissimi e ricchi di interazione, il gioco Rockstar Games offre un comparto visivo assolutamente appagante.
    Soffermandosi sui singoli dettagli come la facciata di un palazzo, una texture o la quantità di poligoni che compone un modello 3D non si trova di certo tanto da essere felici, ma è chiaro che un gioco del genere vada visto nel suo insieme, e la visione globale è assolutamente fantastica.
    Ciclo notte/giorno in tempo reale, cambiamenti atmosferici, effetti particellari, illuminazione, nuove animazioni e caricamenti pressoché nulli (ad esclusione di quello iniziale) sono solo alcuni dei punti di forza del comparto tecnico in Grand Theft Auto IV.
    La colonna sonora è senza dubbio piuttosto varia e di discreta qualità, con alcuni curiosi tocchi di classe come Radio Vladivostok FM, che trasmette quella musica est-europea necessaria per immedesimarsi ancora di più in Niko Bellic. La qualità globale vista (o meglio ascoltata) in Vice City, però, rimane piuttosto lontana.
    Il doppiaggio è senza dubbio ottimo, con interpretazioni che partendo dal protagonista Niko Bellic (affidato al simpatico Michael Hollick) scendendo fino alle semplici comparse mantengono un livello sempre elevatissimo. Peccato non si possa dire lo stesso della traduzione italiana, i cui sottotitoli e adattamento sono talvolta approssimativi o completamente sballati.


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    Grand Theft Auto IV è un gioco immenso, maestoso, assolutamente carismatico e straordinariamente dotato di longevità sia in single che in multiplayer. Pur perdendo alcune caratteristiche del predecessore San Andreas, questo quarto (o meglio ottavo) capitolo aggiunge molte altre chicche, rinnova la veste grafica, il motore fisico e dona alla città una parvenza di vera vita pulsante che tocca livelli inediti per la saga.
    Anche grazie ad una sceneggiatura e una regia nettamente superiori al passato, questo titolo diventa imperdibile per gli appassionati e lancia un forte messaggio a chi ha finora sempre bistrattato il genere, che potrebbe rimanere sorpreso dai miglioramenti apportati. Per farla breve, Grand Theft Auto IV ha tutte le carte in regola per ambire al trono di miglior gioco del 2008.



     
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